giovedì 10 marzo 2011

                    ESODO 1, 22

NELLA GIORNATA ODIERNA SUL BREVIARIO SI PUO’ MEDITARE QUESTA SCRITTURA.

Questi sono i nomi dei figli d'Israele entrati in Egitto con Giacobbe e arrivati ognuno con la sua famiglia:  Ruben, Simeone, Levi e Giuda, 3 Issacar, Zàbulon e Beniamino, Dan e Nèftali, Gad e Aser. Tutte le persone nate da Giacobbe erano settanta, Giuseppe si trovava già in Egitto.
Giuseppe poi morì e così tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. I figli d'Israele prolificarono e crebbero, divennero numerosi e molto potenti e il paese ne fu ripieno.
Allora sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. E disse al suo popolo:
«Ecco che il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più forte di noi. Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese». Allora vennero imposti loro dei sovrintendenti ai lavori forzati per opprimerli con i loro gravami, e così costruirono per il faraone le città-deposito, cioè Pitom e Ramses.
Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava e cresceva oltre misura; si cominciò a sentire come un incubo la presenza dei figli d'Israele.  Per questo gli Egiziani fecero lavorare i figli d'Israele trattandoli duramente. Resero loro amara la vita costringendoli a fabbricare mattoni di argilla e con ogni sorta di lavoro nei campi: e a tutti questi lavori li obbligarono con durezza.
Poi il re d'Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle quali una si chiamava Sifra e l'altra Pua: «Quando assistete al parto delle donne ebree, osservate quando il neonato è ancora tra le due sponde del sedile per il parto: se è un maschio, lo farete morire; se è una femmina, potrà vivere». Ma le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato il re d'Egitto e lasciarono vivere i bambini. Il re d'Egitto chiamò le levatrici e disse loro: «Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i bambini?». Le levatrici risposero al faraone: «Le donne ebree non sono come le egiziane: sono piene di vitalità: prima che arrivi presso di loro la levatrice, hanno già partorito!». Dio beneficò le levatrici. Il popolo aumentò e divenne molto forte. E poiché le levatrici avevano temuto Dio, egli diede loro una numerosa famiglia. Allora il faraone diede quest'ordine a tutto il suo popolo: «Ogni figlio maschio che nascerà agli Ebrei, lo getterete nel Nilo, ma lascerete vivere ogni figlia».

LEGGO E RIFLETTO.

Quando leggo questi brani, il mio intelletto per grazia, si spalanca alla comprensione di chi è Dio, cosa vuole da noi, e come dobbiamo essere nei riguardi dei fratelli anche se stranieri, ma pur sempre suoi figli. Gli Egiziani con la loro presunzione di credere che il faraone fosse Dio senza ascoltare chi invece portava anche a loro la Parola del vero Dio, hanno creato molti disastri e sofferenze; soffrivano di quelle paure tipiche di chi non vuole donare quello che possiede, anche ad altri popoli. Se noi ci ribelliamo agli eventi che possono sembrarci strani, il Signore va ugualmente avanti con il suo progetto. Infatti vediamo al giorno d’oggi nel nome di non so quale Dio, si opprimono cristiani, si perseguitano, ma nello stesso tempo molti cristiani per interesse o potere opprimono altri popoli sfruttandoli proprio come è successo agli Ebrei in Egitto. So bene che l’uomo finché ci sarà mondo sarà sempre così, ma allora mi domando: Cristo per che cosa è venuto? Ci ha insegnato come essere, come accogliere, come amare, come perdonare e come donarci. Sappiamo tutti che una nazione deve saper tenere sotto controllo i movimenti dei popoli che sicuramente nel loro interno vive anche la malavita, ma donare a chi vuol lavorare un’accoglienza degna di un essere umano, senza perseguitarli con procedure snervanti e dando loro un lavoro degno di un essere umano portando in questo modo pace.
So anche che non è facile, ma un popolo accogliente sa mettere pace anche in coloro che la pace per vari motivi religiosi e politici non la conosce, perché la pace prima viene da noi, e se noi l’abbiamo anche la doniamo.
Si vede un mondo che si muove, che emigra con una velocità supersonica; popoli sofferenti, affamati, assetati, molto poveri a causa di politiche nazionali di potere e sopruso, ma che pure la nostra economia non fa nulla per dare una mano, anzi, spesse volte causa guadagni lucrosi, specula proprio sui più poveri.

La scrittura ci dice che gli anni trascorrono e la famiglia di Giuseppe ormai non c’è più, ma gli Israeliti che erano prolifici hanno messo paura al faraone convinto di perdere il potere e la gloria.
I tempi non cambiano, l’uomo è sempre quello.

Ma la cosa bella di questa lettura è la figura delle levatrici, le quali essendo Ebree, conoscevano bene il loro Dio e hanno operato secondo Suo volere.
Qui mi viene in mente la nostra società che ammazza i bambini per controllare le nascite e per dare quella falsa libertà che non porta a nulla se non alla distruzione del popolo.
In Italia vediamo che la gente ha paura dei figli degli stranieri; loro vengono, sono prolifici e grazie a questo saranno un giorno una forza lavoro quella che noi stiamo perdendo causa una società ormai vecchia.
Se noi prendessimo nella mano sinistra il giornale e nella destra la Bibbia, leggendoli scopriremmo come i tempi ritornano e gli errori che l’uomo fa si ripetono. Ma un popolo cristiano non dovrebbe operare in modo diverso? Non dovrebbe proporre leggi per la vita, per la pace, per una giusta solidarietà?
La storia ci dovrebbe educare, si vede bene leggendo questo brano che gli Egiziani avevano perso la memoria storica di chi erano gli Ebrei e quale Dio adoravano. Però, nonostante la scelta di far morire tutti i bambini maschi del popolo Ebraico, Dio salvò Mosè, e tutti gli Israeliti alla fine furono ugualmente liberati ma la peggio l’hanno avuta gli Egiziani con le 10 calamità.
Tutto ciò dovrebbe farci riflettere.

2 commenti:

  1. Mentre leggevo..mi è venuto in mente il salmo 32..."Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli.
    Ma il piano del Signore sussiste per sempre,
    i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni. Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto come erede. Il Signore guarda dal cielo, egli vede tutti gli uomini. Dal luogo della sua dimora scruta tutti gli abitanti della terra, lui che, solo, ha plasmato il loro cuore e comprende tutte le loro opere..Il re non si salva per un forte esercito né il prode per il suo grande vigore. Il cavallo non giova per la vittoria, con tutta la sua forza non potrà salvare"...grazie Enza♥

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  2. In risposta al tuo post cara Francesca, a me vengono in mente i carri e i cavalli dei faraoni che Dio ha precipitato in mare.
    Dio scrive diritto anche sulle vie storte, d'altronde è Lui il padrone, è Lui il Creatore, e siamo noi con la nostra stoltezza che vogliamo appropriarci di tutto ciò che Lui ha creato. Ci ama e vorrebbe per noi il bene, invece spesso scegliamo il male a nostra rovina.
    Grazie amica mia dolcissima, per me è sempre un piacere sentirti al telefono.
    Ciao buona giornata

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